giovedì 24 luglio 2014

Recensione: De Vulgari Eloquentia

Un gioco non così astrattamente colorato...

... anche se le ciambelle italiane non vengono sempre col buco


Visto che ho rigiocato a questo gioco del buon Mario Papini da poco e mi sembrava interessante parlarvene.
Il gioco è ambientato a cavallo tra il XIII e XIV secolo e si controlla un Mercante (che potrà diventare Frate e poi Cardinale) che attraverso l'Italia entra in contatto con i vari ceppi di quella che diventerà la lingua volgare.

La componentistica è quella standard per un german game ("lavoratori", "cubi", tessere, ecc.).

Il tabellone


Il tabellone è diviso in due parti dalla colonna dei turni (al centro), dove vengono messi i cubi delle persone (nobili, badesse, amanuensi, politici) e gli eventi che capitano durante la partita (in generale bonus che appaiono nelle regioni e utilizzabili da un solo giocatore).
A sinistra vedete la mappa di gioco con alcune azioni. A destra le rimanenti azioni e in fondo l'ordine di turno. Attorno non abbiamo il solito tracciato dei punti vittoria, ma il tracciato della conoscenza, che serve a stabilire quali manoscritti possiamo recuperare (se la conoscenza è alta potremo accedere ai manoscritti che valgono più punti vittoria).

Lo svolgimento della partita

Il turno è diviso in 4 fasi:
1) Evento: si piazza sulla mappa l'evento del turno in corso e si piazzano i cubi
2) Elemosina: i Frati e i Cardinali ottengono soldi dai Mercanti o dalla Banca (nel caso non ci siano Mercanti o quelli in gioco sono senza soldi)
3) Ordine di gioco: in ordine crescente di Conoscenza (con le modifiche dell'azione Riposo)
4) Azioni: si interagisce con la mappa, attraverso il movimento, e/o si effettuano le azioni

Come vedete molto semplice.



Il gioco va avanti fino a quanto, nelle tessere coperte in fondo al tracciato dei turni, non viene estratta la seconda tessera rossa "Papa morente", nel qual caso il turno corrente è l'ultimo.

Durante il gioco capiterà che cambiate "classe sociale" diventando prima Frati ad un Monastero e poi Cardinali ad una Cattedrale, diventando una delle personalità con benefici unici disponibili:


Al termine della partita, si contano i punti vittoria secondo lo schema fornito dagli schermi dei singoli giocatori:


Nella parte destra ci sono le elezioni finali: i Mercanti possono diventare Banchieri, i Frati possono diventare Benedettini, i Cardinali possono diventare Papa (ma solo uno) o Camerlenghi.
Dopo si fa la conta dei punti con lo schema presente sulla metà sinistra e si elegge il vincitore.

I pregi...

Iniziamo a concludere con la parte dolce della recensione.
Papini riprende con questo gioco la struttura della scalata sociale già presente in Siena e la libera da alcuni difetti. Il gioco scorre molto bene e non c'è neanche tanto da pensare per concatenare una strategia. Le strategie sono molteplici e il campo di azione vasto, per cui bisogna solamente scegliere su cosa focalizzarsi e come ottimizzare le proprie azioni per fare più punti.
Le regole sono facilmente intuitive e il gioco, nel suo complesso, risulta ben colorato e ambientato. Si sente l'attenzione anche all'ambientazione che spessi gli italiani sanno dare alle produzioni "tedesche" della penisola.

... e i difetti

Ed ecco la parte amara.
Partiamo dalla componentistica: nel suo complesso è buona, ma con alcuni piccole mancanze che aiuterebbero tantissimo durante il gioco, come ad esempio una sorta di contatore del tracciato della Conoscenza e non solamente stampati il livello raggiunto.
Veniamo al giocato invece: il gioco avrebbe bisogno di alcune importanti limature. Innanzitutto le azioni della Via d'Oriente (che permette ai Mercanti di intascare più soldi interagendo con le città sulla mappa) sono praticamente mai utilizzate e soprattutto, con quello che devono pagare i Mercanti a Frati e Cardinali, troppo poco beneficianti.
La traccia del Messaggero per Bologna è forse troppo lunga.
Infine, il gioco matematicamente non è minimamente a favore del Mercante, che guadagna troppi pochi punti dal diventare Banchiere ed essere il più ricco (difficile visto che deve pagare tutti), rispetto già ad un Benedettino.
Inoltre ci sono due strategie quasi obbligate per non perdere troppo terreno: puntare ai manoscritti per accumulare più punti possibili e fare la zampata finale sul tracciato del Cantico delle Creature (dove solo il primo e il secondo prendono rispettivamente punti) e dove è facile diventare primi all'ultimo giro senza che nessuno possa farci nulla.

In conclusione

Il gioco è di per sé molto piacevole, ma siamo lontani dal gran gioco per non parlare del capolavoro. Da buon germanista, non sono appagato al 100% dopo una partita a questo gioco, per quanto ogni tanto mi piaccia rigiocarci sempre con piacere. Altri sono i veri capolavori e mostri sacri del genere...